1. Terremoto dell’Aquila (2009) – blackout localizzati, congestione rete mobile
- PoC con SIM multi-operatore avrebbe funzionato molto meglio dei normali smartphone. Allora i ponti cadevano a uno a uno, ma non tutti contemporaneamente.
- Un sistema PoC ben progettato, con fallback tra reti (Vodafone, TIM, WindTre), poteva garantire continuità dove le reti erano ancora parzialmente attive.
2. Blackout nazionale del 2003
- Quel blackout mise KO molte celle e sistemi alimentati da rete elettrica.
- PoC con batterie di backup e nodi server su cloud geografico (AWS, Azure) avrebbero continuato a funzionare dove almeno una rete dati mobile era attiva.
- I sistemi tradizionali (CB/FM) andarono avanti solo localmente, senza coordinamento centralizzato.
3. Alluvione in Liguria (2011, 2014, 2023)
- In queste emergenze la rete cellulare non è andata totalmente giù, ma era intasata o parzialmente inagibile.
- Le PoC con priorità di trasmissione e routing intelligente avrebbero offerto comunicazioni stabili, specie se supportate da SIM con QoS prioritario (come quelle M2M o EIOTCLUB).
- La localizzazione in tempo reale e la possibilità di comunicazione di gruppo immediata le rendono superiori rispetto a DMR e CB.
4. COVID-19 lockdown e gestione logistica
- Le PoC hanno retto molto bene. Infatti, molte aziende e operatori sanitari hanno adottato proprio questi sistemi (es. Inrico, RealPTT, Zello) per gestire logistica, trasporti e coordinamento.
- Migliore delle radio PMR/CB: messaggi chiari, tracciamento, registrazione, compatibilità cross-device.
LIMITI REALI E SCENARI IN CUI FALLISCE
1. Blackout totale e prolungato + collasso infrastrutture (simulazione “Cyber Polygon”, o attacco EMP simulato)
- Se saltano TUTTE le reti mobili o i DNS/cloud (tipo attacco combinato informatico + fisico), PoC muore completamente.
- In questi casi vince solo l’analogico: CB, HF, VHF con alimentazione autonoma.
- Se anche le celle crollano per assenza di energia (oltre le 4-8h delle batterie tampone), sei completamente isolato.
2. Zone rurali o montane senza copertura cellulare
- Se non c’è nessun operatore attivo in zona, il sistema PoC è muto.
- In queste situazioni, una radio CB, PMR o HF funziona sempre (a patto che ci sia un interlocutore o un ponte).
Scenario | PoC Regge? | Meglio di? | Peggio di? |
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Terremoto (Aquila) | ✅ Sì | CB, PMR, telefono normale | Niente, se la rete regge |
Blackout 2003 | ⚠️ Parziale | Cellulare, internet | CB/FM con batterie autonome |
Alluvioni Liguria | ✅ Sì | Cellulare, PMR | Nessuno se rete attiva |
Covid/logistica | ✅ Sì | Tutto (per tracciamento) | — |
Blackout totale prolungato | ❌ No | — | CB, HF, PMR analogici |
Zone montane isolate | ❌ No | — | CB, HF |
IL VERDETTO SINCERO
Il sistema PoC regge benissimo nel 90% delle emergenze moderne italiane – molto meglio delle radio amatoriali o CB in termini di efficienza, immediatezza, chiarezza, gestione del gruppo, localizzazione, messaggi rapidi.
Ma nel 10% delle situazioni estreme (collasso infrastrutturale totale) diventa completamente inutile. E in quel caso, serve un backup analogico.
Per una strategia seria:
PoC per il quotidiano + CB/FM per il collasso totale = copertura completa.