POC Radio e infrastrutture sotto stress: la resilienza vera nasce dall’etica, non dai dispositivi

In queste giornate d’estate anomala, dove il caldo torrido si accompagna a eventi meteo estremi, l’intera infrastruttura delle telecomunicazioni italiane sta mostrando evidenti segni di cedimento. Aree con blackout improvvisi, torri radio temporaneamente fuori servizio, rallentamenti di rete mobile anche in zone urbane centrali. Un collasso TLC improvviso che fino a ieri era impensabile è ormai sotto gli occhi di tutti.

Una delle prime evidenze riguarda proprio i numeri di emergenza: il 112, il 118, e tutti i centralini di pronto intervento che spesso diventano irraggiungibili proprio nel momento in cui servono di più. Non per guasti agli apparati, ma per saturazione delle reti: i cosiddetti “Citrini” (cittadini improvvisati, non preparati) chiamano contemporaneamente, spesso in preda al panico, intasando tutto il sistema.

Questo fenomeno non è nuovo. Eppure, continua a sorprenderci ogni volta.

La PoC Radio resiste o crolla come gli altri?

La domanda che ci poniamo è legittima: e la PoC Radio, in questo contesto, regge o si blocca anche lei?

La risposta vera è: dipende. Tecnicamente, anche un sistema PoC può bloccarsi se le reti mobili collassano. Ma, a differenza di una telefonata al 118 che nasce nel panico e finisce nel nulla se non si ha una risposta, la PoC vive di una logica profondamente diversa.

PoC Radio Italia non è semplicemente un gruppo che utilizza una tecnologia alternativa. È una rete umana basata su tre pilastri: preparazione, etica e collaborazione. Quello che proponiamo non è un “sistema che funziona sempre”, ma una mentalità: non aspettiamo il disastro per costruire legami.

Non è lo strumento, è l’etica

Possiamo avere in mano anche un dispositivo satellitare a copertura globale, ma se all’altro capo non c’è nessuno che risponde, il risultato è il silenzio. Possiamo disporre di tutte le app emergenziali del mondo, ma se non c’è fiducia, formazione e responsabilità condivisa, i mezzi restano vuoti contenitori.

La differenza, in emergenza, la fa l’etica. La fa la rete di persone, non la rete dati.

Quello che PoC Radio Italia ribadisce oggi, con più forza che mai, è questo: non aspettate che salti tutto per cercare qualcuno a cui chiedere aiuto. Costruite ora – in modo responsabile e intelligente – relazioni reali, fidate, vicine. Accendete la PoC, sì, ma soprattutto chiedetevi: so a chi parlare se dovesse succedere qualcosa?

Il valore della resilienza condivisa

La PoC Radio può essere uno strumento potentissimo, ma non è magico. Resiste meglio di altri sistemi, sì. Ma è la rete umana costruita in torno ad essa, il modo con cui è stata pensata e usata, a renderla realmente efficace.

Non basta una connessione. Serve un’alleanza tra persone, vicine anche se sconosciute, che condividono l’idea che, in caso di crisi, le cose andranno meglio se non si è soli.

Questo è il cuore del nostro messaggio. E oggi, mentre il sistema di comunicazione pubblico vacilla, abbiamo uno spunto in più su cui riflettere.