Contenimento emotivo: come aiutare chi sta crollando

Cos’è il contenimento emotivo

Quando tutto traballa, serve una presenza stabile

In una situazione d’emergenza, chi è coinvolto può sentirsi sopraffatto da emozioni incontrollabili: panico, confusione, rabbia, pianto, urla, silenzi paralizzanti.
Il contenimento emotivo è l’insieme di azioni che aiutano a riportare la persona a una soglia di sicurezza psicologica, creando un argine momentaneo alla piena emotiva.

Perché è fondamentale in una comunicazione via PoC

Chi parla alla radio, spesso, è in un luogo diverso, non può toccare, vedere, intervenire. Ma può tenere l’altro con la voce, con il tono, con le parole.
Contenere emotivamente via PoC significa essere un punto fermo anche se invisibili. La persona in crisi ha bisogno di sentire che qualcuno è lucido mentre lei sta crollando.

Un esempio concreto

“Sto tremando, ho il cuore impazzito, mi sento morire, aiutatemi!”
Risposte efficaci:

  • “Ci sono. Ascolto ogni parola che dici.”
  • “Respira con me. Inspira adesso… trattieni… ora espira lentamente.”
  • “Non sei solo. Rimani con me.”
    Queste frasi non risolvono l’evento, ma creano un perimetro di sicurezza.

Tecniche di contenimento emotivo (versione pratica)

  • Ritmo e tono di voce calmi e regolari
  • Ripetizione rassicurante (“Va bene. Ti sento. Sono con te.”)
  • Coinvolgimento fisico guidato (“Senti i piedi a terra? Muovi le dita.”)
  • Orientamento spazio-temporale (“Sai dove sei? Cosa vedi intorno?”)
  • Immagini mentali protettive (“Pensa a un luogo che ti fa sentire al sicuro.”)

Cosa NON fare mai

  • Dire “Devi calmarti” (non è utile, è una pressione in più)
  • Sgridare o accusare la persona per come si sente
  • Fare discorsi logici (la persona non è lucida in quel momento)
  • Usare sarcasmo o fretta
  • Offrire soluzioni premature o giudizi

Chi può farlo? Anche tu. Ma con rispetto.

Non devi essere psicologo. Devi essere presente, centrato, umano.
Se sei collegato a un canale PoC durante un evento difficile, e senti una voce in crisi, la tua voce può diventare una cintura di sicurezza invisibile.
Non devi guarire: basta restare e contenere.

La calma è contagiosa, il panico anche

Nel caos, chi resta lucido diventa guida. Il contenimento emotivo non è teoria: è pratica quotidiana in emergenza.
Se impariamo a contenere, costruiamo fiducia e salvezza, un contatto alla volta.

Ascolto attivo: cos’è, come si applica e perché salva vite

Il falso ascolto è ovunque

Quante volte facciamo finta di ascoltare, mentre in realtà aspettiamo solo il nostro turno per parlare? In emergenza, questo atteggiamento non solo è inutile: può essere dannoso.
L’ascolto attivo è l’esatto contrario. È essere presenti con mente, corpo e voce, concentrati su ciò che l’altro sta dicendo – senza giudicare, correggere o distrarre.

Perché è fondamentale nei canali PoC

Su una PoC Radio, non vediamo il volto dell’altro. Non abbiamo il suo corpo davanti, né il tempo per interpretare segnali deboli. Tutto passa attraverso la voce.
In questo contesto, l’ascolto attivo è ancora più essenziale. Serve a:

  • evitare incomprensioni
  • contenere il panico
  • fare sentire l’altro “visto” anche se non lo vediamo

Un esempio reale

Canale aperto. Una voce maschile, concitata: “Non riesco a respirare bene… ho paura… è buio qui dentro…”
Una risposta istintiva potrebbe essere: “Dai, stai calmo! Non è niente!”
Una risposta da ascolto attivo, invece:
“Ti sento. Sei al buio e hai paura. Sono qui con te. Puoi descrivermi dove ti trovi?”

Le 5 regole dell’ascolto attivo

  • Fermati. Smetti di pensare a cosa dire dopo. Ascolta davvero.
  • Rifletti ciò che senti. Ripeti con parole tue per dimostrare che hai capito.
  • Accogli le emozioni. Anche se sono scomode.
  • Fai domande aperte. Non chiudere la conversazione.
  • Usa il silenzio. A volte è la risposta più potente.

Come si applica via radio?

  • Parla lentamente e chiaramente
  • Nomina ciò che l’altro prova (“Sembra che tu sia agitato”)
  • Non minimizzare né correggere
  • Non riempire ogni pausa di parole inutili
  • Chiudi con una conferma: “Va bene, sei stato chiaro. Rimaniamo in contatto.”

Gli errori più comuni

  • Interrompere
  • Usare frasi standard (“Capisco”, “Tranquillo”) senza senso reale
  • Parlare di sé mentre l’altro si sta sfogando
  • Usare un tono “freddo” o robotico
  • Correggere la percezione dell’altro (“Non dovresti sentirti così”)

Ascoltare è già aiutare

In un mondo che corre, chi sa ascoltare si distingue. Nelle emergenze, chi ascolta con empatia può diventare un ancora di salvezza emotiva.
Nella community PoC Radio Itallia, anche un semplice “Ti ascolto, sono qui” può cambiare il corso di un momento critico.

Cos’è la psicologia dell’emergenza e perché riguarda anche te

Cos’è la psicologia dell’emergenza?

Un problema reale

In ogni emergenza, prima ancora dei soccorsi materiali, c’è una tempesta invisibile da affrontare: quella emotiva.
La psicologia dell’emergenza è la disciplina che studia e interviene su questo aspetto.

Perché è importante per chi comunica via PoC Radio

Quando una persona è in crisi, le parole diventano una medicina o un veleno. Chiunque gestisca una comunicazione d’emergenza via radio, specialmente tramite piattaforme PoC, deve saperlo: la voce che trasmetti può calmare o alimentare il panico.
Ecco perché anche utenti “non professionisti” devono conoscere le basi psicologiche di un intervento emotivo efficace.

Un esempio concreto

Immagina di sentire una voce in un canale PoC che urla in panico: “Sta crollando tutto, non so dove andare, aiutatemi!”.
Se rispondi subito: “Calmati! Respira. Dove ti trovi?”, il tono cambia. L’altra persona non si sente più sola.
Questo è psicologia dell’emergenza: essere presenti, anche solo con la voce giusta.

In cosa consiste, tecnicamente

La psicologia dell’emergenza si basa su:

Non sostituisce uno psicologo clinico: interviene nel momento zero, quando la mente vacilla e ha bisogno di un appiglio.

Cosa puoi fare, concretamente

  • Rispondi con calma. Anche se dentro sei agitato, la tua voce può guidare.
  • Non dire frasi tipo “non è niente” o “non piangere”. Peggiorano l’isolamento.
  • Fai domande semplici: “Come ti chiami? Dove sei? Riesci a respirare bene?”
  • Usa parole corte e chiare. Ogni secondo conta.
  • Ascolta anche il silenzio: a volte chi tace ha più bisogno di chi grida.

Errori comuni da evitare

  • Parlare troppo o sopra l’altro
  • Minimizzare le emozioni altrui
  • Dare ordini secchi (“Muoviti! Sbrigati!”) senza contesto
  • Fare diagnosi o usare un tono da “salvatore”
  • Fare promesse che non puoi mantenere (“Arrivo io”, se non puoi)

Non devi essere un eroe, ma una presenza lucida

La psicologia dell’emergenza non è “psicologia da dottori”. È un modo umano e intelligente di restare presenti quando tutto sembra crollare.
Conoscere questi strumenti ti rende non solo più utile in un’emergenza, ma anche più forte, più empatico e più preparato.