Come parlare con calma anche se si è sotto pressione

Quando sei sotto pressione, la voce ti tradisce

Il corpo accelera: battito alto, fiato corto, gola secca.
In questi casi, anche il tono di voce cambia: diventa alto, incerto, spezzato.
Ma chi ti ascolta via PoC non vede il tuo volto.
La tua voce è tutto quello che ha.

Se trasmetti calma, aiuti anche te stesso a recuperare lucidità.

Tecnica n.1 – Respirazione in 4 tempi (prima di parlare)

Inspira → 4 secondi
Trattieni → 4 secondi
Espira → 4 secondi
Pausa → 4 secondi
Fallo due volte prima di premere il PTT.
È un reset fisiologico. Ti abbassa la pressione, schiarisce la voce e spegne l’istinto di “buttare fuori tutto di corsa”.

Tecnica n.2 – Parla come se stessi spiegando a un bambino

Questo non vuol dire infantilizzare.
Vuol dire:

  • parlare più lentamente
  • usare frasi brevi
  • eliminare tecnicismi inutili
  • dare una sola informazione per volta
    Se tu riesci a semplificare, il tuo cervello si rilassa e anche chi ascolta capisce meglio.

Tecnica n.3 – Ancora mentale: “Io guido la situazione”

Ripetiti mentalmente, anche sottovoce:

“Io guido questa comunicazione. Io porto calma.”
Non è autoconvincimento vuoto: è riprogrammazione dell’intenzione vocale.
La voce segue ciò che pensi.
Se ti vedi come centro di calma, la voce si uniforma.

Un esempio pratico: stessa frase, due stili

❌ Stile sotto stress:

“Oh cavolo è tutto buio non so cosa sta succedendo aiuto! Che faccio ora?!”

✅ Stile calmo:

“Ok. È buio. Non vedo nulla. Ma riesco a parlare. Ci siete? Parliamo uno alla volta.”

Chi riceve la prima frase va in ansia.
Chi riceve la seconda può prendere decisioni.

6. Allenarsi prima, non durante

Non aspettare il panico per imparare a parlare con calma.
Allenati anche in simulazioni o canali test.
Esercita:

  • il tono basso
  • il ritmo regolare
  • la chiarezza delle frasi
    Chi si esercita prima risponde meglio quando conta davvero.

La voce può contagiare calma o panico

La tua voce è uno strumento. Può diffondere sicurezza o amplificare la crisi.
Quando impari a parlare con calma non fingi di non avere paura.
Dimostri di avere il controllo nonostante la paura.
Ed è in quei momenti che il gruppo trova un punto fermo a cui aggrapparsi.

Differenza tra stress acuto e cronico

Conoscere il nemico invisibile: stress acuto e cronico

Non tutto lo stress è uguale

Lo stress acuto è una reazione immediata a un evento intenso: un’esplosione, un blackout, una persona che grida, un incidente.
Lo stress cronico, invece, è un logorio costante: attese interminabili, insicurezza continua, esposizione prolungata a situazioni difficili.
Entrambi consumano energia mentale, ma in modo diverso. Capirlo è già un primo passo per agire meglio.

In emergenza si attivano entrambi

Durante un evento critico, il cervello passa dallo stress acuto a quello cronico in pochi minuti, se non riceve rassicurazioni.
Esempio: un utente sente un boato (stress acuto), poi non riceve notizie per ore (stress cronico).
Le comunicazioni PoC possono ridurre entrambi, se usate in modo consapevole.

Differenze principali: come si riconoscono

Stress AcutoStress Cronico
Reazione rapida e intensaReazione lenta, costante
Dura minuti/oreDura giorni/settimane
Scatenato da un evento improvvisoAlimentato da incertezza prolungata
Sintomi visibili: tachicardia, tremore, panicoSintomi subdoli: insonnia, irritabilità, esaurimento
Può “spegnersi” con il giusto supportoRichiede strategie di lungo termine

Come intervenire via radio nei due casi

Stress acuto:

  • Parla subito
  • Dai riferimenti chiari e fisici
  • Guida il respiro o il tono
  • Contieni l’emotività, rassicura

Stress cronico:

  • Mantieni il contatto regolare
  • Fornisci micro-certezze (“Ci aggiorniamo tra 10 minuti”)
  • Riconosci la fatica (“È normale sentirsi stanchi dopo tutto questo”)
  • Invita al riposo, alla cura, al silenzio

Attenzione: lo stress può diventare pericoloso se ignorato

Chi è sotto stress non è sempre consapevole di esserlo.
Un operatore che sbaglia un comando, una persona che si isola, qualcuno che scoppia all’improvviso…
Non è debolezza: è sovraccarico non riconosciuto.
Per questo il monitoraggio emotivo all’interno di un gruppo PoC è fondamentale.

PoC come strumento di prevenzione, non solo emergenza

La comunicazione non serve solo “durante” l’evento. Serve anche prima, per rafforzare il gruppo.
Un canale PoC attivo può essere palestra emotiva: un luogo dove imparare a esprimersi, ascoltarsi, normalizzare lo stress.
La voce, quando è umana e presente, è uno dei migliori antidoti allo stress cronico.

Nominarlo è già ridurlo

Se riesci a distinguere lo stress acuto dal cronico, non ti lasci travolgere allo stesso modo.
In emergenza, anche dire:
“Questa è solo una reazione acuta, passerà.”
o
“Ci stiamo logorando. Serve una pausa, un reset.”
…può fare la differenza tra reggere o crollare.