Differenza tra stress acuto e cronico

Conoscere il nemico invisibile: stress acuto e cronico

Non tutto lo stress è uguale

Lo stress acuto è una reazione immediata a un evento intenso: un’esplosione, un blackout, una persona che grida, un incidente.
Lo stress cronico, invece, è un logorio costante: attese interminabili, insicurezza continua, esposizione prolungata a situazioni difficili.
Entrambi consumano energia mentale, ma in modo diverso. Capirlo è già un primo passo per agire meglio.

In emergenza si attivano entrambi

Durante un evento critico, il cervello passa dallo stress acuto a quello cronico in pochi minuti, se non riceve rassicurazioni.
Esempio: un utente sente un boato (stress acuto), poi non riceve notizie per ore (stress cronico).
Le comunicazioni PoC possono ridurre entrambi, se usate in modo consapevole.

Differenze principali: come si riconoscono

Stress AcutoStress Cronico
Reazione rapida e intensaReazione lenta, costante
Dura minuti/oreDura giorni/settimane
Scatenato da un evento improvvisoAlimentato da incertezza prolungata
Sintomi visibili: tachicardia, tremore, panicoSintomi subdoli: insonnia, irritabilità, esaurimento
Può “spegnersi” con il giusto supportoRichiede strategie di lungo termine

Come intervenire via radio nei due casi

Stress acuto:

  • Parla subito
  • Dai riferimenti chiari e fisici
  • Guida il respiro o il tono
  • Contieni l’emotività, rassicura

Stress cronico:

  • Mantieni il contatto regolare
  • Fornisci micro-certezze (“Ci aggiorniamo tra 10 minuti”)
  • Riconosci la fatica (“È normale sentirsi stanchi dopo tutto questo”)
  • Invita al riposo, alla cura, al silenzio

Attenzione: lo stress può diventare pericoloso se ignorato

Chi è sotto stress non è sempre consapevole di esserlo.
Un operatore che sbaglia un comando, una persona che si isola, qualcuno che scoppia all’improvviso…
Non è debolezza: è sovraccarico non riconosciuto.
Per questo il monitoraggio emotivo all’interno di un gruppo PoC è fondamentale.

PoC come strumento di prevenzione, non solo emergenza

La comunicazione non serve solo “durante” l’evento. Serve anche prima, per rafforzare il gruppo.
Un canale PoC attivo può essere palestra emotiva: un luogo dove imparare a esprimersi, ascoltarsi, normalizzare lo stress.
La voce, quando è umana e presente, è uno dei migliori antidoti allo stress cronico.

Nominarlo è già ridurlo

Se riesci a distinguere lo stress acuto dal cronico, non ti lasci travolgere allo stesso modo.
In emergenza, anche dire:
“Questa è solo una reazione acuta, passerà.”
o
“Ci stiamo logorando. Serve una pausa, un reset.”
…può fare la differenza tra reggere o crollare.

PISCOLOGIA IN EMERGENZA

INTRODUZIONE GENERALE

MODULO 1: Comprendere lo stress in emergenza

MODULO 2: Tecniche di primo supporto psicologico

MODULO 3: La comunicazione nei momenti critici

  • Come parlare con calma anche se si è sotto pressione
  • Frasi utili e protocolli comunicativi chiari via radio
  • Come evitare il panico diffuso nel gruppo

MODULO 4: Gestione del gruppo e leadership silenziosa

  • L’importanza della voce guida
  • Strategie per aiutare senza imporsi
  • Quando il silenzio è più utile della parola

MODULO 5: Dopo l’emergenza – il rientro alla normalità

  • Fasi del post-trauma (defusing, debriefing)
  • Come offrire continuità relazionale via PoC
  • Riconoscere segnali di disagio prolungato

MODULO 6: Etica e responsabilità nella comunicazione

  • Non sostituirsi agli psicologi: dove si ferma il nostro ruolo
  • L’importanza della riservatezza anche in ambito PoC
  • Come evitare la diffusione di notizie destabilizzanti