Come evitare la diffusione di notizie destabilizzanti

In emergenza, le parole non sono neutre: costruiscono o distruggono

Una frase sbagliata può accendere il panico

In una situazione già critica, non servono allarmi in più.
Spesso chi diffonde notizie non verificate lo fa “per il bene del gruppo”.
Ma senza conferme, ogni frase rischia di diventare una miccia.

“Ho sentito che…”
“Pare che esploderà…”
“Mi hanno detto che è in arrivo una nuova scossa…”
Tutto questo può causare più danni dell’evento stesso.

Riconosci le notizie destabilizzanti: non sono sempre false, ma sono fuori luogo

Una notizia può essere vera ma non adatta a quel momento.
Ad esempio:

  • “Ci sono nuove vittime” mentre il gruppo sta cercando di riorganizzarsi
  • “Il sistema sanitario è al collasso” detto a chi ha appena ricevuto supporto medico
  • “Lo Stato non farà nulla” comunicato a persone che cercano aiuto

Non è solo questione di verità, ma di effetto psicologico.

Criteri per capire se una notizia va comunicata subito

✅ È confermata da fonti ufficiali?
✅ Serve a proteggere direttamente qualcuno?
✅ Ha una utilità immediata e concreta?
✅ Può essere spiegata senza generare panico?
Se anche una sola risposta è NO, meglio attendere o affidarsi alla voce guida.

Come rispondere a chi diffonde notizie destabilizzanti

✅ “Grazie, lo verifichiamo prima di parlarne nel canale.”
✅ “Attenzione, in questo momento serve chiarezza. Resta ai fatti.”
✅ “Evitiamo supposizioni, concentriamoci su ciò che possiamo fare.”
❌ “Sei un allarmista!”
❌ “Smettila di dire stupidagini!”
Rispondere con aggressività crea polarizzazione e frammenta il gruppo.

Il ruolo chiave della voce guida in questi momenti

La voce guida deve:

  • contenere la conversazione
  • reindirizzare sul presente
  • ridurre il rimbalzo emotivo

“Stop notizie. In questo canale comunichiamo solo ciò che è utile e verificato. Tutto il resto, per ora, lo mettiamo in pausa.”

Preparare il gruppo a questo meccanismo è fondamentale

Serve educazione preventiva.
Spiegare fin dall’inizio che:

  • non tutte le informazioni devono essere condivise
  • la verità senza filtro può fare male quanto una bugia
  • la sicurezza collettiva è più importante della curiosità individuale

Comunicare non è solo parlare, è scegliere cosa dire e cosa no

Chi sceglie di tacere una notizia destabilizzante non censura: protegge.
Chi filtra le informazioni in emergenza non nasconde: guida.

Nella community PoC Radio Italia, le parole sono strumenti di stabilizzazione, non detonatori.

Quando il silenzio è più utile della parola

Il silenzio non è assenza, è uno strumento

Non parlare subito non è disinteresse, è rispetto

Quando una persona è in crisi, piange, o è disorientata, la tentazione è riempire il vuoto.
Ma spesso, parlare subito è più per rassicurare noi stessi che per aiutare l’altro.
Il silenzio, invece, offre spazio: per sentire, respirare, elaborare.

Via radio, il silenzio ha ancora più valore

Sulla PoC Radio, il silenzio ben gestito può:

  • rassicurare senza sovraccaricare
  • dimostrare ascolto reale
  • evitare che le parole diventino rumore
    Esempio:

La persona tace.
→ tu rispondi: “Va bene. Ti ascolto. Resto qui.”
Poi silenzio.
Questo comunica presenza, non abbandono.

Quando è meglio tacere?

  • Quando l’altro è in stato di confusione o pianto
  • Dopo una frase importante (lascia tempo per elaborare)
  • Quando si è tentati di dare consigli non richiesti
  • In momenti di disorientamento collettivo
  • Quando non si ha nulla di utile da dire

In quei momenti, il silenzio è una forma avanzata di guida.

Come si comunica un silenzio attivo?

Via radio, non basta stare zitti: serve contestualizzare il silenzio.

Frasi chiave:

  • “Va bene. Fai pure con calma. Io sono qui.”
  • “Resto in ascolto. Parla quando vuoi.”
  • “Va bene anche il silenzio adesso.”

Queste frasi danno il permesso di non parlare senza sentirsi sbagliati.

Silenzio e voce guida: un equilibrio da allenare

Una voce guida non riempie, dirige con ritmo.
Rallenta, poi parla.
Alterna: parola → pausa → presenza.

Così si crea un ambiente comunicativo sicuro, non affollato.

6. Errori comuni da evitare

❌ Parlare per riempire
❌ Ripetere “ci sei? ci sei?” dopo 3 secondi di silenzio
❌ Premere il PTT senza nulla da dire
❌ Interrompere chi ha bisogno di tempo
❌ Pensare che il silenzio sia “tempo perso”

In realtà, è uno spazio che permette alla mente di rientrare nel corpo.

Il silenzio è un gesto attivo di rispetto

In emergenza, non sempre serve una risposta.
A volte, serve solo una presenza che non pretende nulla.
Una radio aperta. Una voce che dice:

“Io sono qui, anche se non dici nulla.”
Questo può valere più di mille parole.