PoC Radio, smartphone travestito da radio?

Smartphone tradizionale

Caratteristiche:

  • Sensibilità RF media: tra -95 dBm e -105 dBm (LTE/4G).
  • Antenne interne miniaturizzate, non ottimizzate per lunghe distanze o ambienti ostili.
  • Progettati per uso generico (telefonate, dati, Wi-Fi).

Limitazioni:

  • Non progettati per comunicazioni critiche in ambienti con segnale debole.
  • Prestazioni inferiori in aree rurali o sottoterra.

PoC Radio (Push-to-Talk Over Cellular)

Caratteristiche:

  • Sensibilità RF tipica: -105 dBm fino a -115 dBm o anche meglio.
  • Antenne più grandi ed esterne/integrate meglio, ottimizzate per ricezione anche in condizioni difficili.
  • Progettate per comunicazioni mission-critical, spesso usate da forze dell’ordine, vigili del fuoco, sicurezza privata.
  • Spesso dotate di moduli LTE di grado industriale, con amplificazione del segnale.

Limitazioni:

  • Meno funzionalità generiche (navigazione, app…).
  • Più ingombranti rispetto agli smartphone.

Una PoC radio ha generalmente una ricezione migliore rispetto a uno smartphone, soprattutto in aree con segnale debole o condizioni ambientali ostili. Questo è dovuto a:

  • Antenne più performanti.
  • Maggiore sensibilità RF.
  • Progettazione specifica per la comunicazione vocale continua e critica.

Dire che una PoC Radio è solo uno smartphone travestito da radio è un errore di prospettiva.
Le PoC Radio nascono per uno scopo ben preciso: comunicazione istantanea, stabile e semplificata, senza le distrazioni e le vulnerabilità tipiche degli smartphone.

Non hanno notifiche, social, app inutili o distrazioni. Sono progettate per prestazioni vocali continue, con PTT (Push-to-Talk) sempre attivo, batteria ottimizzata, priorità di trasmissione, e gestione centralizzata dei canali.

Usano reti dati come uno smartphone, ma l’hardware, il software e l’esperienza d’uso sono totalmente orientati alla comunicazione radio, non alla telefonia tradizionale.

Quindi no, non è uno smartphone mascherato. È un dispositivo professionale per comunicare meglio.

APN: cos’è, come funziona e se può creare una “corsia preferenziale” nei dati mobili

Cos’è l’APN?

APN sta per Access Point Name:
è il punto di accesso che permette a un dispositivo mobile (smartphone, PoC radio, modem) di connettersi alla rete dati di un operatore mobile.

In altre parole:
L’APN è come un ponte di ingresso che traduce la tua richiesta di accesso internet verso la rete dell’operatore (TIM, Vodafone, WindTre, ecc.), e la instrada correttamente.

Come funziona tecnicamente un APN?

Ogni volta che accendi un dispositivo mobile e attivi i dati:

  • Il tuo dispositivo invia al gestore mobile la richiesta di accesso specificando l’APN configurato.
  • L’operatore verifica l’APN e associa alla tua SIM i parametri corretti:
    • Tipologia di connessione (Internet, MMS, VPN, ecc.)
    • Tipo di IP (Pubblico, privato, statico, dinamico)
    • Accesso a reti particolari (es. reti aziendali)
  • Se la configurazione è valida, la connessione dati viene aperta con le caratteristiche associate a quell’APN.

Parametri di configurazione classici di un APN:

  • Nome APN (es: internet.wind)
  • Username (a volte vuoto)
  • Password (a volte vuoto)
  • Tipo autenticazione (PAP/CHAP/nessuna)
  • Tipo IP (IPv4/IPv6)
  • Proxy (opzionale)

Tipologie di APN

Tipo di APNDescrizione
APN pubblicoAccessibile a tutti gli utenti di un operatore.
APN privatoAssegnato a specifici clienti o dispositivi, isolato.
APN aziendaleConnessione privata alla rete aziendale interna.
APN customizzatoPersonalizzato per certi clienti o usi specifici.

Corsia preferenziale e prioritaria?

Risposta tecnica breve: DIPENDE, ma di norma NO per l’utente normale.

Vediamo il dettaglio:

Un APN di base pubblico (es. “web.omnitel.it”, “mobile.vodafone.it”)

NON garantisce alcuna corsia preferenziale.
Tutti gli utenti dell’operatore usano lo stesso APN pubblico → competono per la stessa capacità di rete.

Un APN privato o aziendale dedicato

  • Se un cliente (es. una grande azienda, enti pubblici, pronto intervento) ottiene un APN privato dedicato dal gestore,
  • e il gestore configura priorità di traffico QoS (Quality of Service) sui suoi sistemi,
  • allora sì: può avere una corsia preferenziale rispetto al traffico normale.

In questo caso:

  • Il traffico dati che transita da quell’APN può essere prioritizzato in caso di congestione (es: eventi, emergenze, sovraccarichi).
  • Alcuni esempi pratici: operatori di polizia, ambulanze, vigili del fuoco, enti governativi.

Importante: questa priorità viene gestita a livello di core network dall’operatore mobile e non dipende solo dal fatto di avere un APN separato.

In pratica, per l’utente comune?

  • Configurare un APN diverso (anche se “strano”) NON cambia la priorità dei dati.
  • Anche se usi un APN “business” del tuo operatore (es. Vodafone Business), senza contratti speciali e senza configurazioni a livello rete non ottieni alcun vantaggio di velocità o priorità rispetto agli altri utenti.

Riassunto tecnico

ScenarioCorsia preferenziale?Note
APN pubblico (normale)❌ NoNessuna priorità
APN privato configurato ma senza QoS❌ NoStessa priorità del pubblico
APN privato dedicato + QoS gestita operatore✅ SìSolo per contratti speciali
APN aziendale gestito in rete MPLS/VPN✅ SìTipico di enti pubblici, grandi aziende

Esempio reale

Un operatore TLC che fornisce PoC radio professionali a enti di soccorso può stipulare un contratto con:

  • APN privato dedicato (es. soccorso.vodafone.it)
  • Priorità di traffico configurata sui server core
  • Banda minima garantita anche sotto congestione

Così, durante un concerto o emergenza in stadio,

  • Il normale cittadino avrà problemi di rete.
  • L’utente PoC su APN prioritario continuerà a parlare senza interruzioni.

Note riassuntive importanti

  • L’APN di per sé è solo una porta d’accesso.
  • Non è automaticamente una corsia preferenziale.
  • Serve una configurazione speciale da parte dell’operatore di rete per avere reale priorità.

Quindi, per applicazioni professionali (come sistemi PoC radio seri o reti di emergenza), è fondamentale accordarsi con il gestore mobile per:

  • APN privato dedicato
  • Contratti specifici per traffico prioritario
  • Monitoraggio e gestione QoS garantita.

Se nel contesto della tua rete PoC o dei tuoi dispositivi Inrico/Iconvnet stai considerando l’uso di APN per migliorare la stabilità o la priorità delle comunicazioni, devi parlare direttamente con l’operatore mobile per stipulare un accordo tecnico specifico.

Autostrade, accusa un malore in A26: interviene l’elicottero, tratto chiuso

Blocco del traffico sull’autostrada A26, direzione nord, nel tratto tra Masone e Ovada. Mi sono trovato bloccato all’interno della galleria in questa situazione di emergenza, dove la copertura dei cellulari è risultata praticamente assente. Dietro con me due smartphone, uno con scheda TIM e l’altro con Wind, completamente senza segnale. Ovviamente i miei dispositivi DMR e VHF/UHF tradizionali risultavano in galleria fuori portata per qualsiasi ponte radioamatoriale.

DETTAGLIO MIA ULTIMA POSIZIONE RILEVATA DALLA CENTRALE OPERATIVA

L’unico dispositivo in grado di comunicare efficacemente è stato il mio Inrico S200, un apparato radio digitale con segnale minimo, appena una tacca, ma sufficiente sia per la ricezione che la trasmissione senza problemi. Il tutto associato a una SIM multi-operatore.

DETTAGLIO DALLA CENTRALE OPERATIVA – GEOLOCALIZZIONE ATTIVA

Grazie a questa tecnologia, ho potuto comunicare la situazione del traffico ai colleghi in ascolto sul canale MONITOR di PoC Radio Italia, evitando così che altri amici della community si trovassero nella mia stessa condizione di isolamento e pericolo. È stato un chiaro esempio di quanto la PoC rappresenti un valido strumento di comunicazione in situazioni critiche.

Questa esperienza dimostra come la tecnologia PoC, integrata con reti multi-operatore, può fare la differenza in scenari di emergenza stradale, garantendo comunicazioni affidabili anche in condizioni di copertura cellulare limitata. Un vantaggio fondamentale per la sicurezza e la gestione efficace degli incidenti.

73 DE IZ1OYP Gian Mario

Tempeste solari e reti cellulari: quando il Sole mette in crisi le comunicazioni

Negli ultimi giorni di maggio, la Terra è stata investita da una tempesta solare di classe G3, una delle più intense degli ultimi mesi.
L’evento ha causato interferenze nei sistemi di navigazione satellitare, errori nei segnali GPS e interruzioni nelle comunicazioni radio, evidenziando quanto le nostre infrastrutture tecnologiche siano vulnerabili ai capricci del Sole.

Cosa sono le tempeste solari?

Le tempeste solari sono disturbi del campo magnetico terrestre causati da emissioni di particelle cariche provenienti dal Sole, come i brillamenti solari (solar flare) e le espulsioni di massa coronale (CME). Quando queste particelle ad alta energia raggiungono la Terra, possono provocare variazioni intense nella ionosfera, ovvero quella parte dell’atmosfera terrestre fondamentale per la propagazione delle onde radio.

Questi fenomeni possono provocare blackout radio, interferenze nei radar e disservizi nei sistemi di posizionamento e comunicazione. Il rischio aumenta quando la tempesta geomagnetica colpisce la parte di Terra illuminata dal Sole in quel momento.

Impatto sulle reti cellulari e GPS

Durante la recente tempesta, si sono verificati disservizi evidenti: errori nei dati GPS, rallentamenti nelle reti mobili e cali di precisione nei sistemi di localizzazione, in particolare per chi si trovava in ambienti aperti o in movimento.

Le reti cellulari, pur essendo meno vulnerabili rispetto ai sistemi radio ad alta frequenza, non sono del tutto immuni. I principali pericoli includono:

  • Perdita temporanea di segnale in aree normalmente coperte, a causa di disturbi elettromagnetici locali;
  • Rallentamenti nella connessione dati legati a errori nei sistemi di sincronizzazione temporale che dipendono dai satelliti GPS;
  • Problemi nella trasmissione di chiamate e dati in zone periferiche o scarsamente servite;
  • Malfunzionamento dei sistemi di backup o emergenza in infrastrutture critiche, laddove la rete cellulare viene utilizzata per trasmettere dati sensibili;
  • Aumento dei pacchetti persi e della latenza, con impatto su servizi di comunicazione in tempo reale, come le piattaforme PoC.

Va sottolineato che, sebbene le torri cellulari siano collegate tramite reti cablate o a microonde e non dipendano direttamente dal segnale satellitare per la trasmissione voce/dati tra utenti, molti sistemi di sincronizzazione temporale e di controllo usano GPS come riferimento, e proprio questi possono subire deviazioni o interruzioni.

Perché è importante parlarne adesso

Il ciclo solare, che dura circa 11 anni, è in fase ascendente e raggiungerà il suo picco proprio tra il 2025 e il 2026. Questo comporta una frequenza maggiore di eventi solari intensi. L’ultima tempesta è stata un campanello d’allarme: ha mostrato in modo chiaro come anche i sistemi civili più comuni possano subire disagi.

Non è fantascienza pensare a blackout parziali o rallentamenti diffusi delle reti mobili nei prossimi mesi, soprattutto in occasione di tempeste solari di classe G4 o G5. I sistemi PoC – basati su connettività cellulare o Wi-Fi – dovranno anch’essi prepararsi a questi possibili scenari.

La resilienza passa anche dalla consapevolezza

PoC Radio Italia, da sempre attenta ai temi della comunicazione indipendente e alternativa, sottolinea l’importanza di conoscere e monitorare questi fenomeni. Le tempeste solari non sono eventi rari, ma fanno parte della normale attività del nostro Sole.

Per questo motivo, diventa fondamentale:

  • Affidarsi a sistemi di backup per la comunicazione in mobilità;
  • Essere aggiornati sui livelli di allerta geomagnetica, soprattutto se si lavora o opera in ambiti critici (emergenza, sicurezza, trasporti, logistica).

Le tempeste solari non sono solo uno spettacolo di aurore boreali visibili a latitudini insolite. Sono un rischio reale, crescente, per le infrastrutture digitali su cui facciamo affidamento ogni giorno. Sottovalutarle è un errore.

PoC Radio Italia continuerà a informare e fornire strumenti concreti per affrontare con lucidità anche questi scenari. Perché comunicare, in sicurezza e affidabilità, deve essere un diritto… anche quando il Sole decide di fare le bizze.

Quando una passione viene calpestata: la storia di Luca e il diritto di fare radio

C’è un momento, nella vita di ogni radioamatore, in cui il segnale si fa debole. Non per colpa dell’antenna. Ma per colpa di chi, quella passione, non la capisce.

È quello che è successo al nostro amico Luca, che ha voluto condividere nel canale Telegram PoC Radio Italia un episodio che ci ha colpito profondamente. Un episodio che merita visibilità, ascolto e rispetto. Perché non parla solo di onde radio. Parla di libertà personale. Di dignità. Di identità.

Una porta chiusa, una voce spenta

Luca, radioamatore da oltre quarant’anni, si è sentito dire che non può più montare le sue antenne. Né sul tetto. Né sul balcone. Né in qualsiasi altra parte della casa. Il padrone di casa – con toni sbrigativi – ha invocato il “decoro” e l’estetica. E gli ha perfino rinfacciato di non aver dichiarato prima, nel contratto d’affitto, l’intenzione di montare delle antenne.

Luca non ha alzato la voce. Non ha cercato lo scontro. Per quieto vivere, ha deciso di desistere. Ma ha scritto, con amarezza:

“Adesso posso dire addio alla mia passione. La Radio.”

Parole che lasciano il segno. Parole che, in silenzio, raccontano un dolore vero.

PoC Radio Italia è con te, Luca

Noi non siamo qui solo per parlare di dispositivi, frequenze, server e piattaforme. Siamo qui per dare voce. E per ascoltare.
Luca, la tua voce non solo l’abbiamo ascoltata. La sentiamo nostra.

Perché quello che ti è accaduto, purtroppo, potrebbe accadere a chiunque viva in affitto o in un condominio dove la parola “radio” è ancora associata a una vecchia TV con l’antenna sul tetto.

Ma non può finire così.

Una sfida può diventare una rinascita

Da sempre, i veri radioamatori hanno trovato soluzioni dove altri vedevano solo ostacoli.
Antenne “invisibili”, camuffate nei pluviali, nascoste nelle ringhiere, integrate nei mobili da balcone.
A volte, proprio le restrizioni hanno dato vita alle soluzioni più brillanti.

Questa non è una sconfitta. È un banco di prova. È l’occasione di fare radio in modo diverso. Con più ingegno. Più tecnica. Più stile.

Non devi dire addio alla tua passione, Luca.
Devi solo darle una nuova forma.
Una forma che nessuno potrà più vietarti.

Siamo una comunità. E ci siamo davvero.

PoC Radio Italia nasce da una convinzione semplice: la comunicazione è un diritto, non un favore. E anche se ci occupiamo principalmente di tecnologie PoC, non dimentichiamo mai le radici profonde della radio. Quella vera. Quella fatta di persone, voci, antenne, passioni.

A te, Luca, e a tutti quelli che si sentono zittiti o scoraggiati, vogliamo dire:
non siete soli. Non lo sarete mai.

Qui trovate uno spazio per parlare, per condividere, per reinventare.
Per continuare a trasmettere. Anche quando sembra impossibile.