Essere d’aiuto non significa prendere il controllo
Il confine tra supporto e invasione è sottile
In momenti critici, chi si sente forte o lucido tende a voler “risolvere”.
Ma attenzione: aiutare non è comandare.
L’aiuto vero è quello che rispetta i tempi, lo spazio e lo stato mentale dell’altro.
L’aiuto imposto genera rifiuto. L’aiuto proposto genera fiducia.
Ascolta prima di agire
La tentazione di intervenire subito è forte.
Ma la prima forma di aiuto è ascoltare veramente.
Via PoC, questo significa:
- lasciar finire la frase dell’altro
- non sovrapporre soluzioni
- usare frasi come:
“Ti va se ti dico cosa farei io?”
“Posso darti un’idea, poi decidi tu.”
Offri, non imporre
Frasi corrette:
- “Vuoi che ti accompagni passo passo?”
- “Se ti va, possiamo fare così…”
- “Cosa ti aiuterebbe adesso?”
Frasi da evitare:
- “Fai come ti dico.”
- “No, stai sbagliando.”
- “Non c’è tempo, seguimi e basta.”
Queste chiudono il dialogo.
L’aiuto che chiude è inutile.
Riconosci l’altro come soggetto attivo
Chi è in difficoltà non è un oggetto da guidare.
È una persona che sta vivendo uno stato alterato, ma ha ancora valore, identità, dignità.
Coinvolgerlo nelle scelte, anche minime, lo rafforza.
Esempio:
“Ti va se proviamo a fare un respiro insieme?”
Rispetta il rifiuto (senza offenderlo)
Se qualcuno dice “lasciami stare”, non è detto che voglia davvero essere solo.
Può voler dire “sto troppo male per accettare aiuto ora”.
Risposta efficace:
“Capito. Resto comunque qui, in ascolto. Quando vuoi.”
Questo mantiene il ponte aperto senza forzare il passaggio.
Valuta la soglia emotiva dell’altro
Chi è al limite non può ricevere informazioni complesse, ordini o discorsi razionali.
L’aiuto dev’essere:
- calibrato
- gentile
- orientato a contenere, non a correggere
Esempio:
“Non devi fare tutto subito. Facciamo una cosa alla volta, se vuoi.”
Aiutare davvero significa restare, non dirigere
Il miglior aiuto è quello che non si vede, ma si sente.
Essere vicini senza occupare tutto lo spazio.
Parlare senza invadere la mente dell’altro.
Restare senza bisogno di essere ringraziati.
Questo è il tipo di supporto che rende più forte chi lo riceve. E più umano chi lo offre.