Kit d’emergenza per 72 ore: cosa serve davvero

Prepararsi non è da paranoici: è buon senso

In caso di blackout, frane, attacchi informatici o semplici interruzioni dei servizi, le prime 72 ore sono quelle in cui sei da solo. Nessuno verrà a salvarti in 10 minuti. Non perché non vogliano, ma perché i soccorsi si concentrano dove c’è il caos vero. Se non sei tra quelli, devi saper cavartela da solo.

Prepararsi non è vivere nella paura, ma darsi un vantaggio.

Acqua: serve, ma portarsela dietro è un’altra storia

Sì, l’UE dice “6 litri a testa per 3 giorni”. E chi evacua, se li carica sulle spalle?

Soluzione reale:

  • In casa: taniche da 5 litri, pronte ma non in mezzo ai piedi.
  • In zaino: 1 litro max + borraccia con filtro (esistono anche a 25 euro e durano anni).
  • In macchina: qualcosa in più, ma senza appesantire.

Ho il garage? Quinto piano senza ascensore disponibile? Cosa fa la differenza? Il principio: pensaci, organizzati prima.

Cibo: non serve fare il bunker, bastano scorte furbe

Non devi mangiare bene. Devi non restare a digiuno.

Scelte furbe:

  • Scatolette già pronte (tonno, fagioli, carne…).
  • Crackers, gallette, barrette, miele.
  • Un fornellino da campeggio (quelli da 20€) + bomboletta.

Dimentica i liofilizzati da survivalista. Compra roba che mangi anche d’inverno, così ruoti le scorte senza buttare nulla.

Energia e luce: qui si gioca la partita

Senza corrente sei cieco, isolato e vulnerabile.

Minimo sindacale:

  • Torcia frontale a LED (meglio delle mani occupate).
  • Powerbank veri, non da fiera (almeno 20.000 mAh).
  • Batterie AA e AAA di scorta.
  • Un caricabatterie solare se vivi dove il sole arriva.

E magari un piccolo inverter da 12V se hai l’auto a disposizione.

Comunicazioni: perché la PoC cambia tutto

Il telefono spesso non prende o è congestionato.

Una PoC Radio configurata per uso familiare o comunitario (in stile PoC Radio Italia) ti dà:

  • Voce immediata e resiliente (Wi-Fi / SIM multioperatore).
  • Possibilità di restare in contatto senza app, login o confusione.
  • Comunicazione anche in apparente assenza totale di rete.

Serve solo prepararla prima. Non è una bacchetta magica, ma se sai usarla può tenerti connesso mentre gli altri impazziscono su WhatsApp oppure il loro smartphone non riesce a collegarsi al gestore predefinito della SIM.

Medicina e documenti: il minimo vitale

Serve un kit pronto, ma non serve portarsi dietro la farmacia.

  • Disinfettante, cerotti, forbicine.
  • Guanti, termometro, analgesici comuni.
  • Copia cartacea dei documenti più importanti + penna e Block Notes.

Se prendi farmaci salvavita, tienine una scorta minima da fare girare ogni mese.

Contanti, chiavi, coperta e cervello acceso

Quando tutto si ferma, il bancomat segue a ruota.

Tieniti sempre 30-50 euro in tasca. Una coperta termica pesa 30 grammi ma può salvare la pelle. Una chiave doppia di casa o macchina può evitare disastri.

Cosa NON è ragionevole: teoria da manuale vs realtà

Alcune “raccomandazioni ufficiali” sembrano scritte da chi non ha mai vissuto un’emergenza vera o non ha mai provato a far stare tutto in uno zaino.

Ecco tre esempi di teoria che funziona solo su carta:

  • 6 litri d’acqua nello zaino. Non esiste. Porti al massimo 1 litro. Il resto deve essere a casa o compensato con filtri.
  • Kit da 40 oggetti perfettamente organizzato. Se hai 2 figli piccoli e devi uscire in fretta, hai tempo per una borsa, non per portarti dietro un magazzino.
  • Lista universale valida per tutti. No: chi ha un neonato, un cane, un anziano fragile o vive al settimo piano senza ascensore ha priorità diverse.

La verità è semplice:
Ogni piano d’emergenza funziona solo se è pensato su misura della tua realtà. I manuali servono come base, ma poi ci vuole buon senso, test pratico e revisione continua.

Ma soprattutto: non farti prendere dal panico. Il vero kit d’emergenza è saper agire con lucidità mentre gli altri non sanno cosa fare.

Allerte – 4 luglio 2025 – 18:26

LPL Nazionale (Italia): 6,4 / 10
Situazione: Il rischio infrastrutturale rimane elevato. Confermati nuovi blackout elettrici intermittenti in Emilia-Romagna e Campania. I picchi di consumo dovuti al caldo estremo mettono sotto pressione la rete nazionale, con Terna che valuta misure straordinarie. Prosegue l’instabilità delle reti mobili nelle grandi città: Milano, Roma e Torino segnalano disservizi continui (fonte: AGCOM). Emergenza calore in 9 capoluoghi, con rischio per popolazione anziana.

LPL Europeo (UE): 6,9 / 10
Situazione: Cresce la tensione sul fronte baltico. La Lituania ha emesso un’allerta “DEFCON 2” regionale per movimenti aerei non identificati al confine con la Bielorussia (fonte: Delfi.lt). Il CERT-EU conferma un’estensione degli attacchi APT con origine sospetta russa anche in Estonia e Repubblica Ceca. L’ENISA ha emesso ieri un bollettino straordinario di “Threat escalation in progress” rivolto agli operatori critici.

LPL Globale: 7,6 / 10
Situazione:
Russia–Nord Europa: Nuove esercitazioni aeree russe nel Circolo Polare Artico, con sorvoli simulati di territori NATO. La Norvegia ha rafforzato le difese radar e aeree a nord di Tromsø.
Mar Cinese Meridionale: Scontri tra navi cinesi e filippine nelle Spratly. Un pattugliatore di Manila ha riportato gravi danni dopo una “collisione deliberata” (fonte: Al Jazeera, 4 luglio).
Cyber: Un blackout informativo di 5 ore ha colpito la rete diplomatica brasiliana dopo un attacco DDoS di ampia portata (fonte: Gov.br).

Indicazioni:
In Italia, l’instabilità energetica si sta consolidando come nuova vulnerabilità sistemica. Nessun piano di emergenza civile è ancora operativo. A livello UE, si teme un’escalation ibrida sul fronte orientale. A livello globale, i teatri caldi si moltiplicano.

Fonte primaria blackout e disservizi Italia: Terna.it, AGCOM
Fonte escalation NATO–Russia: NRK.no, Delfi.lt
Fonte cyber attacchi: ENISA, Gov.br

Come interpretare correttamente uno Speedtest: guida tecnica all’affidabilità di rete per sistemi PoC

La tecnologia PoC (Push-to-Talk over Cellular) richiede una connessione dati stabile e reattiva per funzionare correttamente. L’affidabilità di un sistema PoC dipende direttamente da alcuni parametri di rete fondamentali, misurabili tramite strumenti come fast.com, speedtest.net o tool professionali. Questo articolo prende in esame uno speedtest reale (immagine fornita), spiegando nel dettaglio il significato di ogni valore e definendo i requisiti minimi per operare efficacemente con una PoC radio.

Analisi dettagliata dello screenshot

Lo screenshot mostra i risultati di un test effettuato tramite fast.com, connesso tramite rete mobile Iliad Italia, e server localizzati a Milano (client) e Stoccolma (server). Ecco cosa indicano i valori riportati:

Velocità di Download: 18 Mbps

Indica la quantità di dati ricevibili dal dispositivo in un secondo. Nel contesto PoC, il download è importante per:

  • ricevere flussi vocali in tempo reale;
  • gestire notifiche push;
  • ricevere aggiornamenti del server centrale o dati video (nel caso di video dispatch).

Soglia minima operativa per PoC:

  • ≥ 1,5 Mbps (audio vocale fluido)
  • ≥ 3 Mbps (video a bassa risoluzione stabile)
  • < 1 Mbps (rischio ritardo audio, perdita pacchetti, timeout app)

Velocità di Upload: 6,9 Mbps

Indica la capacità di inviare dati. Per un sistema PoC, l’upload è cruciale: ogni volta che si preme il tasto PTT, il dispositivo invia un flusso vocale al server, che deve arrivare rapidamente e senza distorsioni.

Soglia minima operativa per PoC:

  • ≥ 0,8 Mbps (voce PTT trasmessa in modo chiaro)
  • ≥ 2 Mbps (compatibile con invio immagini, coordinate GPS, segnalazioni multiple)
  • < 0,5 Mbps (audio distorto, PTT non trasmessi, delay critico)

Latenza (Ping) – Unloaded: 31 ms / Loaded: 834 ms

La latenza rappresenta il tempo impiegato da un pacchetto dati per andare e tornare dal server. Esistono due tipi:

  • Unloaded (31 ms): misura la reattività della rete senza carico.
  • Loaded (834 ms): misura la reattività sotto stress (es. mentre si scarica o carica).

Nel mondo PoC, la latenza unloaded è quella più rilevante, perché descrive la reattività base del sistema. La latenza loaded, invece, può indicare congestione o buffering.

Soglia operativa ideale per PTT:

  • < 80 ms (tempo reale garantito)
  • 80-150 ms (leggero ritardo percepibile)
  • > 200 ms (conversazioni a scatti, comunicazione difficile)

Nel caso analizzato, i 31 ms unloaded sono eccellenti. Tuttavia, il valore 834 ms loaded è molto alto, segnalando che sotto carico la rete si degrada pesantemente, probabilmente per saturazione banda o congestione della cella.

Jitter e perdita pacchetti (non visibili da fast.com)

Fast.com non mostra jitter (variazione del ping) o packet loss (perdita pacchetti), ma questi due fattori sono determinanti:

  • Un jitter > 50 ms rende l’audio instabile.
  • Un packet loss > 1% può causare silenzi, voci metalliche o errori critici nelle trasmissioni.

Per analisi approfondite è preferibile utilizzare strumenti come PingPlotter, VOIP Monitor, o applicazioni Android come Network Signal Info Pro.

Quando una rete è “sufficiente” per il sistema PoC?

ParametroMinimo OperativoOttimale
Download≥ 1,5 Mbps≥ 3 Mbps
Upload≥ 0,8 Mbps≥ 2 Mbps
Ping≤ 150 ms≤ 80 ms
Jitter≤ 40 ms≤ 20 ms
Packet Loss0–1%0%

Nel caso esaminato, la connessione è pienamente utilizzabile per PTT vocali, ma con attenzione agli scenari in cui più applicazioni condividono la banda. Il valore elevato di loaded latency (834 ms) potrebbe comportare rallentamenti se il dispositivo è impegnato contemporaneamente in upload o download massivi.

Il sistema PoC funziona bene solo se la connessione è stabile e reattiva, non solo “veloce”. Lo scenario ideale è:

  • buona copertura 4G o 5G;
  • latenza bassa;
  • upload superiore a 1 Mbps;
  • rete non congestionata da altre app o dispositivi.

Una PoC Radio non è uno smartphone: per garantire comunicazioni istantanee e affidabili, la rete dev’essere misurata e monitorata con attenzione. Lo screenshot mostrato rappresenta una situazione tecnicamente sufficiente ma borderline sotto carico. In contesti di emergenza o uso professionale (es. sicurezza, logistica, centrale operativa), sarebbe consigliato un ping unloaded sotto i 50 ms e un upload stabile sopra i 3 Mbps, preferibilmente con SIM multi-operatore o router LTE professionali.

Premi, parla, ascolta: l’educazione perduta e la lezione delle PoC Radio

C’è un gesto, semplice, quasi banale, che oggi sembra appartenere a un altro tempo. Un gesto che racchiude in sé un’etica, una disciplina, un rispetto implicito che il nostro tempo ha ormai archiviato tra le inutilità del passato. Quel gesto è il Premi-e-Parla, il modello PTT (Push-to-Talk) che regola ogni comunicazione nelle PoC Radio.

E proprio lì, in quel dito che preme, in quella voce che si esprime, e nel silenzio che segue, c’è una verità che abbiamo dimenticato.

La civiltà dell’attesa

Chi ha vissuto l’Epoca Radio lo sa. Prima che arrivassero gli stream, i social, i vocali infiniti e i commenti a raffica, esisteva un mondo dove si ascoltava per davvero. Dove parlare significava attendere il proprio turno. Dove, per forza di cose, il tempo di parola era un dono ricevuto e un dovere da esercitare con misura.

Nel PTT nessuno può interromperti, ma proprio per questo devi usare quel tempo con responsabilità. E non puoi parlare all’infinito, perché qualcuno dall’altra parte aspetta. E se tu stai parlando, lui sta ascoltando. E viceversa.

Questa è la radice di tutto: il rispetto. Il rispetto del tempo, delle parole, dell’altro. Il rispetto di una sequenza naturale: premi, parli, rilasci, ascolti. Non puoi scappare da questa regola, ed è per questo che il modello PTT educa — senza che tu nemmeno te ne accorga.

L’era del rumore

Con l’avvento di internet, del “content is king”, dell’“engagement ad ogni costo”, il mondo si è riempito di voci. Di urla. Di monologhi. Oggi tutto è costruito per spingere a parlare, postare, commentare, sovrapporsi. Ascoltare è un atto passivo, inutile, scomodo. Nessuno ascolta più nessuno. I podcast vengono consumati a 1.5x, i video saltati ai punti salienti, le storie skippate dopo 3 secondi. Non abbiamo più tempo per nulla — o meglio, non abbiamo più tempo per gli altri.

Ma parlare senza ascoltare non è comunicare. È solo inquinamento verbale. È ego digitale. È esibizionismo spacciato per espressione.

PoC Radio Italia: un’alternativa radicale

Entrare in PoC Radio Italia non è come unirsi a un gruppo Telegram o commentare sotto un reel. Qui vige una regola semplice ma potente: chi parla ha il diritto alla parola, e chi ascolta ha il dovere dell’ascolto.

Non ci sono notifiche che ti distraggono, like da inseguire, commenti da rincorrere. C’è solo un flusso vocale, umano, autentico. E soprattutto: c’è silenzio. Il silenzio di chi aspetta che l’altro finisca. Il silenzio di chi ha ancora il coraggio di stare zitto quando non è il suo turno. Il silenzio che genera ordine, che impone una forma, che rimette al centro il significato delle parole.

La sfida è culturale, non tecnica

Non è la tecnologia a fare la differenza. È l’approccio. PoC Radio Italia non è solo una community. È una proposta culturale. Una comunità che ti invita a comunicare in un modo diverso: più essenziale, più rispettoso, più reale.

Perché usare una PoC Radio è come guidare una macchina col cambio manuale: ti obbliga a essere presente, a fare attenzione, a non distrarti. Ti insegna che ogni azione ha un ritmo, ogni intervento un tempo, ogni parola un peso.

Un’occasione rara: imparare di nuovo ad ascoltare

Chi entra in PoC Radio Italia ha un’opportunità rara: riscoprire il valore del silenzio. Rieducarsi all’ascolto. Riabituarsi a dare spazio. A lasciare che l’altro finisca, a non sovrapporre, a non correre. E ha anche una responsabilità: offrire agli altri lo stesso rispetto che chiede per sé.

È una rivoluzione? No. È semplicemente una regressione virtuosa. Un ritorno a quando la comunicazione era fatta di turni, di pause, di voci vere e di ascolto sincero.

E tu, sei capace di ascoltare davvero?

È facile premere e parlare. Ma sei capace di rilasciare e stare in silenzio? Sei capace di ascoltare tutto, fino alla fine, anche se la voce è lenta, esitante, diversa dalla tua?

La PoC Radio non ti darà badge, follower o visualizzazioni. Ti darà presenza, ordine, connessione vera. Ma solo se sei disposto ad accettare che comunicare non significa soltanto esprimersi, ma anche accogliere.

Chi entra in PoC Radio Italia non lo fa per dire la sua. Lo fa per costruire qualcosa insieme.

E questo, oggi, è già una forma di resistenza.

PROFILO

Una voce diversa. Una direzione chiara.

PoC Radio Italia non è un semplice progetto. È una visione concreta, nata da una domanda semplice e potente: e se ci fosse un modo nuovo, più affidabile e umano, per comunicare?

Il 05 giugno 2024 abbiamo acceso i microfoni. Oggi, abbiamo costruito una rete reale di persone, strumenti, idee e soluzioni che funziona davvero. Siamo la prima community italiana indipendente interamente dedicata al mondo delle PoC Radio – un’alternativa seria, moderna e operativa ai soliti social, alle app di messaggistica e ai walkie-talkie tradizionali.

Cosa facciamo, davvero

Ogni sezione del nostro portale è pensata per rispondere a esigenze vere, senza fronzoli, senza marketing, senza fumo negli occhi.

Perché esistiamo?

Perché la comunicazione, in un mondo saturo di rumore, ha bisogno di tornare utile, umana e immediata. PoC Radio Italia è nata per questo: offrire un’alternativa. Con parole chiare. Con strumenti testati. Con l’esperienza che si costruisce giorno per giorno, parlando sul serio.

Cosa ci distingue da tutto il resto

Non vendiamo dispositivi. Non ci interessano i like. Quello che facciamo è costruire credibilità, un messaggio alla volta, dando voce a chi vuole comunicare per davvero.

Dal 05 giugno 2024 ad oggi siamo passati da un’idea a una presenza riconosciuta e rispettata nell’ambiente delle comunicazioni alternative. E il bello deve ancora cominciare.

Vuoi capire di più?

Parti da qui, esplora i nostri contenuti e ascolta le voci che si intrecciano ogni giorno nei nostri canali. Perché PoC Radio Italia è vera. Come la voce che senti.

OSINT

OSINT sta per Open Source Intelligence, ovvero intelligence da fonti aperte.

OSINT è l’attività di raccolta, analisi e utilizzo di informazioni accessibili pubblicamente, da fonti legali e aperte, per produrre conoscenza utile (a fini investigativi, di sicurezza, di analisi geopolitica, commerciale, ecc.).

Le principali fonti OSINT includono:

  • Siti web ufficiali (governi, enti, aziende)
  • Social media (Twitter/X, Facebook, Instagram, TikTok, ecc.)
  • Notizie e media (giornali online, agenzie stampa)
  • Banche dati pubbliche (catasti, registri imprese, brevetti)
  • Forum, blog, marketplace (anche dark web)
  • Immagini satellitari (Google Earth, Sentinel Hub)
  • Documenti pubblici (PDF, report, leaks diffusi)

Esempi pratici:

  • Tracciare i movimenti militari da video su Telegram (Ucraina, Gaza, ecc.)
  • Scoprire proprietà immobiliari di una persona tramite visure catastali
  • Individuare il produttore di una tecnologia da un’immagine (analisi EXIF, reverse image search)
  • Geolocalizzare un luogo da dettagli in foto/video
  • Monitorare crisi e disastri in tempo reale (es. terremoti, guerre, colpi di stato)

Strumenti OSINT usati frequentemente:

  • Maltego, Spiderfoot, Shodan, Recon-ng
  • Google Dorks (ricerche avanzate su Google)
  • WHOIS, DNSdumpster, TheHarvester (per info su domini)
  • Social media search: tools come Twint, IntelTechniques, PimEyes
  • Geolocalizzazione immagini: Suncalc, Google Earth, Yandex Images
  • Metadati e EXIF Viewer

Ambiti di utilizzo:

  • Cybersecurity e pen-testing
  • Giornalismo investigativo
  • Forze dell’ordine / Intelligence
  • Analisi geopolitica e militare
  • Controlli aziendali e reputazionali
  • Preparazione civile ed emergenziale

ATTENZIONE:

OSINT non è hacking: usa solo informazioni pubbliche o ottenibili legalmente. Tuttavia, può essere molto potente e rivelare dettagli critici, motivo per cui è una disciplina chiave in intelligence e controintelligence moderna.