In emergenza, ogni parola pesa
Quando si comunica via PoC durante un momento critico, non si può parlare come in una chat.
Il tono, la scelta delle parole e la capacità di non aggravare la tensione sono determinanti.
Chi ascolta è spesso in uno stato emotivo alterato: può aggrapparsi a una frase… o crollare per una parola sbagliata.
Frasi da dire (semplici, dirette, stabilizzanti)
✅ “Ti ascolto. Parla lentamente.”
✅ “Non sei solo. Sono qui.”
✅ “Va tutto bene per ora. Raccontami dove sei.”
✅ “Respira con me. Inspira… trattieni… espira.”
✅ “Hai fatto bene a parlare. Adesso restiamo in contatto.”
✅ “Va bene anche se non riesci a parlare. Io resto qui.”
3. Frasi da evitare (inutili, dannose, destabilizzanti)
❌ “Calmati!” (pressione che peggiora il panico)
❌ “Non è niente.” (invalida l’esperienza)
❌ “Dai, non fare scenate.” (umilia)
❌ “Ora devo occuparmi di altri.” (senso di abbandono)
❌ “Anch’io ho passato di peggio.” (sposta il focus su di te)
❌ “Tranquillo, morirai lo stesso!” (sì, qualcuno lo dice davvero… anche per “sdrammatizzare”)
Come scegliere le parole giuste
Usa frasi corte.
Parla con tono calmo e lento.
Evita il linguaggio tecnico o le battute fuori luogo.
Cerca di rispecchiare quello che l’altro sta dicendo:
“Mi sento perso”
→ “Ti senti disorientato. Capito. Vediamo insieme dove sei.”
Il potere del silenzio (ben usato)
Non serve riempire ogni secondo di parole.
Un silenzio presente può contenere più di mille frasi.
Esempio:
Persona in crisi urla, poi tace
→ tu resti in canale e dici solo:
“Va bene. Io ci sono. Rimango qui.”
Via PoC è ancora più delicato
A differenza della voce diretta:
- non vedi la persona
- non percepisci lo spazio
- non controlli l’ambiente attorno
Per questo, la tua voce è tutto ciò che arriva.
Deve diventare un appiglio, non un ostacolo.
Parlare bene in emergenza è un gesto etico
Non serve parlare tanto.
Serve parlare bene.
Le parole non curano, ma possono bloccare una caduta.
E nella rete PoC Radio Italia, ogni parola scelta con cura è già un atto di responsabilità verso il gruppo.