Nasce la sezione EMERGENZA: etica, preparazione e voce umana nei momenti che contano

In un mondo che cambia ogni giorno, dove le certezze crollano spesso senza preavviso, nasce una nuova area su PoC Radio Italia: si chiama EMERGENZA, ed è molto più di una sezione informativa.
È uno spazio etico, concreto, umano. È la risposta a una domanda che ci poniamo da tempo:

“E se un giorno servisse davvero?”

Etica, non marketing

A differenza di tanti altri progetti che cavalcano l’allarmismo per vendere soluzioni, questa sezione non nasce per fare paura, ma per generare consapevolezza.
PoC Radio Italia non è un’azienda, non è una testata, non è un gruppo commerciale: è una rete di persone, un gruppo, una famiglia di amici sparsi, che condividono lo stesso principio:

in emergenza non si improvvisa. Si comunica. E si comunica bene.

Questa sezione nasce da una convinzione forte: le parole contano, specialmente quando tutto intorno sembra saltare.

PoC Radio come strumento di resilienza

Nel cuore della sezione EMERGENZA c’è il valore delle comunicazioni via PoC Radio.
Questa tecnologia, spesso confusa come una semplice app o con uno “smartphone camuffato”, è in realtà un mezzo potente e affidabile, pensato per connettere persone reali in tempi reali, anche quando tutto il resto crolla:

  • quando la rete dati va in crisi
  • quando le chat si saturano
  • quando il panico spegne la razionalità
  • quando serve una voce, non un numero

Una risposta alle realtà attuali

Il 2025 non è un anno normale.
Viviamo in un clima di tensione geopolitica, tra guerre regionali che rischiano escalation, blackout infrastrutturali, rischi cyber e scenari che un tempo venivano bollati come “teorie” e oggi entrano nei documenti ufficiali dell’Unione Europea.

La sezione EMERGENZA si ispira infatti anche alle direttive EU in materia di prevenzione civile, continuità comunicativa e resilienza comunitaria.

PoC Radio Italia si allinea ai principi chiave del Dispositivo Europeo di Protezione Civile, senza essere un ente, ma un corpo sociale volontario e orizzontale.

Il nostro linguaggio: umano, non tecnico

Non troverai qui codici operativi da esercito né manuali per specialisti.
Troverai storie, consigli, tecniche psicologiche accessibili, simulazioni, spiegazioni vere, e tutto ciò che può servire a chi un giorno si troverà a dover gestire l’imprevisto.
Troverai anche riflessioni sull’etica del parlare in emergenza, perché non basta “dire qualcosa”:

serve dire la cosa giusta, nel modo giusto, al momento giusto.

Un gruppo che si rafforza con l’aiuto reciproco

La sezione EMERGENZA è anche un luogo di formazione emotiva, dove imparare a riconoscere i segnali di disagio, stress, blocco, panico.
Qui non si giudica nessuno: chi ha paura non è debole.
Chi sbaglia non è un peso.
Chi comunica male può imparare.
Perché la logica è sempre quella: ci si salva insieme.

Cosa troverai nella sezione EMERGENZA

Uno spazio per restare umani, anche nel caos

La sezione EMERGENZA non è allarme o pubblicità gratuita alla paura.
È preparazione consapevole.
È la scelta di parlare, ascoltare, sostenere quando servirà di più.
È un pezzo di PoC Radio Italia che guarda avanti, con radici ben piantate nell’amicizia, nella lucidità, nella voglia di essere utili.
E se un giorno succederà qualcosa, vogliamo essere già pronti, non per eroismo.
Ma per umanità.

VANTAGGI DEL SISTEMA POC IN EMERGENZE PASSATE

1. Terremoto dell’Aquila (2009) – blackout localizzati, congestione rete mobile

  • PoC con SIM multi-operatore avrebbe funzionato molto meglio dei normali smartphone. Allora i ponti cadevano a uno a uno, ma non tutti contemporaneamente.
  • Un sistema PoC ben progettato, con fallback tra reti (Vodafone, TIM, WindTre), poteva garantire continuità dove le reti erano ancora parzialmente attive.

2. Blackout nazionale del 2003

  • Quel blackout mise KO molte celle e sistemi alimentati da rete elettrica.
  • PoC con batterie di backup e nodi server su cloud geografico (AWS, Azure) avrebbero continuato a funzionare dove almeno una rete dati mobile era attiva.
  • I sistemi tradizionali (CB/FM) andarono avanti solo localmente, senza coordinamento centralizzato.

3. Alluvione in Liguria (2011, 2014, 2023)

  • In queste emergenze la rete cellulare non è andata totalmente giù, ma era intasata o parzialmente inagibile.
  • Le PoC con priorità di trasmissione e routing intelligente avrebbero offerto comunicazioni stabili, specie se supportate da SIM con QoS prioritario (come quelle M2M o EIOTCLUB).
  • La localizzazione in tempo reale e la possibilità di comunicazione di gruppo immediata le rendono superiori rispetto a DMR e CB.

4. COVID-19 lockdown e gestione logistica

  • Le PoC hanno retto molto bene. Infatti, molte aziende e operatori sanitari hanno adottato proprio questi sistemi (es. Inrico, RealPTT, Zello) per gestire logistica, trasporti e coordinamento.
  • Migliore delle radio PMR/CB: messaggi chiari, tracciamento, registrazione, compatibilità cross-device.

LIMITI REALI E SCENARI IN CUI FALLISCE

1. Blackout totale e prolungato + collasso infrastrutture (simulazione “Cyber Polygon”, o attacco EMP simulato)

  • Se saltano TUTTE le reti mobili o i DNS/cloud (tipo attacco combinato informatico + fisico), PoC muore completamente.
  • In questi casi vince solo l’analogico: CB, HF, VHF con alimentazione autonoma.
  • Se anche le celle crollano per assenza di energia (oltre le 4-8h delle batterie tampone), sei completamente isolato.

2. Zone rurali o montane senza copertura cellulare

  • Se non c’è nessun operatore attivo in zona, il sistema PoC è muto.
  • In queste situazioni, una radio CB, PMR o HF funziona sempre (a patto che ci sia un interlocutore o un ponte).
ScenarioPoC Regge?Meglio di?Peggio di?
Terremoto (Aquila)✅ SìCB, PMR, telefono normaleNiente, se la rete regge
Blackout 2003⚠️ ParzialeCellulare, internetCB/FM con batterie autonome
Alluvioni Liguria✅ SìCellulare, PMRNessuno se rete attiva
Covid/logistica✅ SìTutto (per tracciamento)
Blackout totale prolungato❌ NoCB, HF, PMR analogici
Zone montane isolate❌ NoCB, HF

IL VERDETTO SINCERO

Il sistema PoC regge benissimo nel 90% delle emergenze moderne italiane – molto meglio delle radio amatoriali o CB in termini di efficienza, immediatezza, chiarezza, gestione del gruppo, localizzazione, messaggi rapidi.

Ma nel 10% delle situazioni estreme (collasso infrastrutturale totale) diventa completamente inutile. E in quel caso, serve un backup analogico.

Per una strategia seria:
PoC per il quotidiano + CB/FM per il collasso totale = copertura completa.

Tre ore bloccati in autostrada: quanto ci sarebbe servito un modo per parlarci

Oggi ho trascorso tre ore bloccato in autostrada. A pochi chilometri da Genova, sulla A10, un camion si è ribaltato occupando l’intera carreggiata. Risultato: traffico completamente bloccato, file chilometriche, gente che scendeva dalle auto, ma soprattutto… nessuna informazione chiara su cosa fare.

Il vero disagio, in situazioni come questa, non è solo restare bloccati.

È non sapere cosa sta succedendo, non sapere quanto durerà, non avere informazioni da elaborare per valutare un’alternativa.

Quale uscita prendere? Continuare ad avanzare piano, fermarmi all’autogrill o altro.
Attorno a me – letteralmente centinaia di altri automobilisti – con le stesse identiche domande negli sguardi.

Nessuno sapeva niente. Ma tutti avremmo avuto qualcosa da dire

E qui nasce una riflessione: e se avessimo avuto un modo per comunicare tra noi?

Non per chattare, non per condividere foto: solo per dirci a voce qualcosa di utile.
Tipo:

  • “L’autogrill è a 400 metri. Se avete bambini o avete a bordo persone con particolari necessità…”
  • “Uscite a… , da lì potete rientrare dopo il blocco.”
  • Anche l’Aurelia è completamente bloccata, meglio …

Queste informazioni non si trovavano su Google. Non in tempo reale.
Ma erano lì, dentro le auto, nelle persone. Bastava potersele scambiare.

Il punto non è la tecnologia. È l’utilità concreta

La riflessione non è tanto sul mezzo (avevo con me CB-VHF-UHF-PMR446 e PoC Radio), ma sul valore dell’uso condiviso.
Avere uno strumento per comunicare è utile solo se altri lo usano con te.

Se anche solo una manciata di persone bloccate con me oggi avessero avuto un canale per parlare comunicare, le scelte sarebbero state diverse, più consapevoli, più sicure.
Anche solo sapere che restare fermi in galleria non era l’unica opzione, sarebbe bastato.

Fermarsi all’autogrill, uscire allo svincolo giusto, evitare stress

Oggi, in mancanza di informazioni, molti sono rimasti chiusi in auto per ore, magari in tratti a rischio come le gallerie.
Con un minimo di comunicazione diretta tra veicoli:

  • qualcuno avrebbe potuto suggerire di fermarsi prima in un’area di servizio;
  • altri avrebbero potuto evitare la coda imboccando una deviazione utile;
  • qualcuno avrebbe potuto rassicurare, semplicemente condividendo ciò che vedeva.
  • alcuni avrebbero potuto avvisare dei diversi mezzi che avevano deciso in autonomia di fare inversione e tornare indietro contromano!

Non serve essere in tanti. Basta cominciare

Oggi avevo con me diversi strumenti pronti per questo tipo di comunicazione. Ma ero solo.
Ecco cosa mi ha colpito di più: la voglia di rendermi utile, ma l’impossibilità di farlo perché mancava una rete di persone pronte a parlare.

Non serve essere in centinaia.
Bastano pochi utenti, collegati tra loro, per cambiare radicalmente l’efficacia dell’informazione sul campo.
E a volte non serve neanche parlare tanto: basta un messaggio chiaro al momento giusto.

Costruiamo un modo nuovo di aiutarci, dal basso

Questo non è un appello nostalgico, né una critica.
È solo una riflessione concreta: abbiamo la possibilità di costruire una rete di comunicazione utile, semplice, tra persone comuni.

Una rete che non dipende da notifiche, da aggiornamenti ufficiali o da piattaforme commerciali.
Una rete fatta da chi è sul posto, nel momento giusto, con un minimo di senso civico e voglia di aiutarsi tra pari.

Non è questione di tecnologia. È questione di presenza.
Di esserci, e potersi parlare. Quando serve davvero.

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Priorità di Accesso alle Telecomunicazioni in Italia in Caso di Emergenza

Scheda Tecnica Dettagliata – Aprile 2025

Contesto generale

In Italia, le telecomunicazioni per enti di soccorso, forze dell’ordine e strutture pubbliche sono considerate servizi critici.
In situazioni di emergenza o congestione della rete (es. blackout, calamità naturali, attentati), sono previsti meccanismi di priorità per garantire la continuità delle comunicazioni essenziali.

Meccanismi esistenti

A) Priorità sulle Reti Mobili (voice/data)

  • Alcuni operatori italiani (es. TIM, Vodafone, WindTre) offrono SIM dedicate o profili prioritari per enti pubblici e di soccorso.
  • Tali SIM permettono priorità di accesso alla rete:
    → In caso di congestione, il traffico delle SIM “emergenziali” viene gestito prima rispetto al traffico ordinario.
  • La priorità può riguardare sia:
    • Telefonate vocali (PTT o standard GSM/VoLTE).
    • Connessioni dati (es. uso di app Push-to-Talk, GPS tracking, invio documenti).

Tecnologie impiegate:

  • QoS (Quality of Service) applicato in rete.
  • APN dedicati riservati per traffico d’emergenza.

Esempio pratico:
Durante un evento critico (terremoto, blackout), una chiamata da SIM prioritaria viene accettata anche se la cella è quasi satura, mentre una chiamata da utente normale potrebbe subire ritardi o essere respinta.

B) Reti TETRA (Terrestrial Trunked Radio)

  • Utilizzata in forma locale da:
    • Polizia Locale di grandi città (Roma, Milano, Torino…).
    • Aeroporti.
    • Protezione civile regionale.
  • La TETRA è indipendente dalla rete cellulare commerciale e fornisce:
    • Comunicazioni crittografate.
    • Priorità assoluta tra utenti della rete.
    • Maggiore resilienza in caso di blackout di breve durata.

Nota:
Non esiste una rete TETRA “nazionale” completamente operativa su tutto il territorio italiano. Le coperture sono limitate geograficamente.

C) RETE RIM (Rete Interministeriale Mobile)

  • Progetto a lungo termine dello Stato Italiano, pensato per fornire:
    • Comunicazioni sicure e garantite tra enti governativi.
    • Accesso prioritario anche su infrastrutture pubbliche esistenti.
  • Attualmente, il progetto è in evoluzione e non copre pienamente tutto il territorio.

D) Convenzioni Protezione Civile e Associazioni di Soccorso

  • Le pubbliche assistenze iscritte all’Albo Nazionale della Protezione Civile possono:
    • Richiedere SIM con priorità.
    • Accedere a reti radio alternative.
    • Ricevere supporto tecnico prioritario dagli operatori mobili in caso di disastro.

Esempi pratici:

  • Croce Rossa Italiana (CRI) dispone di SIM dedicate e reti radio ausiliarie.
  • Associazioni ANPAS e Misericordie hanno piani di comunicazione d’emergenza con SIM preferenziali.

Limiti e Criticità

Anche con priorità attiva:

  • La rete fisica (ponti radio, BTS) può crollare se viene a mancare alimentazione elettrica per diverse ore (oltre 4-6 ore senza generatori o batterie tampone).
  • Le priorità valgono solo se la rete è parzialmente funzionante.
    → Se la rete cellulare di un’area è completamente in down, la priorità non può essere applicata.
  • In alcune aree rurali o isolate le coperture prioritarie sono ancora carenti.

Confronto con il blackout in Spagna e Portogallo

Durante il blackout del 27 aprile 2025:

  • In Spagna e Portogallo si è visto come il collasso dell’alimentazione abbia mandato in tilt sia la rete elettrica che le reti mobili.
  • In Italia, in condizioni analoghe, le forze di soccorso disporrebbero comunque:
    • Di canali prioritari se le celle mobili funzionano.
    • Di radio TETRA locali (dove disponibili).
    • Di protocolli alternativi (uso di HF/UHF/VHF, ponti mobili da Protezione Civile).

Conclusioni operative

In Italia, a oggi:

  • Esiste un sistema di priorità reale e funzionante, seppur ancora perfettibile.
  • Le forze dell’ordine, pompieri, pubblica assistenza possono contare su corsie preferenziali su voce e dati mobili.
  • La vera sfida è l’autonomia energetica delle infrastrutture TLC, non la mancanza di priorità.

ATTENZIONE:

  • Avere una SIM prioritaria non garantisce il funzionamento in totale blackout, ma migliora sensibilmente le possibilità di comunicare durante le emergenze.
  • Pianificare anche sistemi radio alternativi (PMR, CB, PoC, radioamatori) resta fondamentale.